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Intelligenza Artificiale: i vantaggi e le questioni etiche

da | Mar 8, 2023

L’intelligenza artificiale è sulla bocca di tutti, eppure c’è molta confusione su cosa effettivamente sia. Nelle conversazioni – sia online che offline – come sui giornali si parla tanto di chatbot, veicoli automatizzati e algoritmi. Spesso gli animi si accendono tanto da polarizzare le discussioni: chi crede che sia in grado di risolvere qualsiasi problematica “divinizzandola”, chi invece non fa che sottolinearne gli aspetti negativi in una sorta di demonizzazione. 

Che l’Intelligenza Artificiale ci guiderà nella quarta rivoluzione industriale è un dato di fatto, e gli effetti di questo cambiamento saranno visibili solo tra diversi anni se non decenni. Ciò che si può provare ad immaginare, e a capire, è il modo in cui impatterà sulle nostre vite, quali benefici e quali rischi accompagnano e accompagneranno il suo utilizzo.

Cos’è l’Intelligenza Artificiale

Il Parlamento Europeo definisce l’Intelligenza Artificiale come “l’abilità di una macchina di mostrare capacità umane” quali ragionamento, apprendimento, pianificazione e creatività. Ne riconosce inoltre la centralità nella trasformazione digitale della società, tanto da farne una delle priorità dell’Unione Europea. 

L’Intelligenza Artificiale è diversa dal Machine Learning, i cui termini vengono spesso utilizzati in maniera interscambiabile. Il Machine Learning individua un sottoinsieme dell’IA e si occupa di creare sistemi che permettano alle macchine di apprendere e migliorare le loro performance sulla base dei dati raccolti ed utilizzati.

È possibile distinguere due modelli di Intelligenza Artificiale: una IA forte, mirata a replicare in tutto e per tutto l’intelligenza umana sviluppando una coscienza di sé, e una IA debole, incentrata sulla risoluzione di problemi specifici o sullo svolgimento di funzioni umane più o meno complesse.

Gli ambiti di applicazione sono e saranno molteplici: dagli assistenti digitali personali ai veicoli, dai servizi di traduzione automatica alle infrastrutture domestiche intelligenti agli strumenti di lotta alle fake news.

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L’Intelligenza Artificiale e la salute: i vantaggi

Se la politica riconosce quindi le potenzialità dell’Intelligenza Artificiale nella crescita economica, in tema di salute il suo supporto più diventare anche più rilevante.

L’Agenda 2030, “il programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità” sottoscritto dai Paesi membri dell’ONU contiene al suo interno 17 Obiettivi (SDG) da raggiungere appunto entro il 2030.
Il terzo obiettivo è assicurare “la salute e il benessere per tutti e per tutte le età” e l’utilizzo di tecnologie avanzate può essere un alleato importante. 

L’applicazione dell’Intelligenza Artificiale in ambito sanitario è in grado di: 

  • migliorare e snellire i processi di cura,
  • facilitare l’accesso,
  • supportare il monitoraggio a distanza dei pazienti con patologie croniche,
  • abbassare i costi sia per i pazienti che per i sistemi sanitari.

Privacy, responsabilità e bias: le questioni etiche

Se non è tutto oro quello che luccica, l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale pone in essere alcune questioni, e sfide, per tutti gli attori coinvolti (produttori e utilizzatori). Questo è vero in qualsiasi ambito di applicazione ma diventa, per la natura stessa del settore, più urgente e rilevante in ambito sanitario.

Recenti studi hanno posto l’accento su tre questioni in particolare. La prima riguarda la privacy e la sicurezza: le informazioni raccolte e utilizzati dai sistemi AI-driven rientrano nella categoria dei dati particolari, pertanto il loro trattamento richiede una tutela e una cautela maggiori.
Una conferma del fatto che il tema della privacy sia molto caldo è il blocco disposto n
egli ultimi giorni dal Garante per la Protezione dei Dati Personali nei confronti di ChatGTP, la piattaforma di IA più famosa al mondo. 

La seconda questione afferisce alla responsabilità per l’uso di tecnologie di IA, ovvero chi risponde – lo sviluppatore, l’operatore sanitario o un altro soggetto – degli errori che possono incorrere nell’erogazione di servizi di assistenza sanitaria. L’attribuzione della colpa è un tema su cui la legislazione si sta interrogando molto.

L’ultima questione riguarda i bias, tutti quei pregiudizi cognitivi che possono essere presenti negli algoritmi e nei dati alla base di essi, imprecisi, incompleti o non rappresentativi di minoranze. Se da un lato si riconosce all’Intelligenza Artificiale la possibilità di attenuare i pregiudizi cognitivi che possono guidare gli operatori sanitari nel determinare diagnosi e indicazioni terapeutiche, dall’altro non va dimenticato che anche gli sviluppatori possono essere guidati da bias nel loro lavoro.

NDR: L’articolo è stato aggiornato a seguito del Provvedimento del 30 marzo 2023 n. 9870832 del Garante della Privacy.