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ESG: la salute e il benessere nelle scelte aziendali

da | Dic 14, 2022

Abbiamo visto come negli ultimi anni il mondo del lavoro sia rapidamente cambiato, spinto dall’emergere di nuovi bisogni da parte dei lavoratori e dalla necessità di rispondere alla repentina evoluzione degli scenari politici, sociali e ambientali.

Le imprese mettono sempre più al centro delle loro strategie sostenibilità, sicurezza e benessere dei dipendenti e queste tematiche hanno acquisito maggior rilievo anche per stakeholder, investitori e addirittura per i consumatori. Nella scelta di supportare, finanziare o semplicemente acquistare un prodotto/servizio viene tenuto sempre più in considerazione se, quanto e in che modo un’azienda sia effettivamente sostenibile,  impegnata socialmente e attenta ai propri dipendenti. 

Questi aspetti confluiscono nei Bilanci Sociali, documenti redatti dalle imprese per rendicontare le attività svolte e i risultati ottenuti in base alla loro mission. Nella stesura di tali rendicontazioni vengono sempre più utilizzati i criteri ESG.

Cosa significa ESG

L’acronimo ESG sta per Environment, Social, Governance e individua tre macro aree in cui poter verificare e controllare l’impegno di un’azienda.
È possibile misurare l’effettiva sostenibilità di un’azienda, avvantaggiando sia gli stakeholder che gli investitori nel loro processo decisionale, attraverso il rating ESG.

Esistono diversi modalità per calcolare tale quadro valutativo, definite da centri di ricerca specializzati, ma possiamo brevemente individuare per ogni area gli interventi principali misurati:

  1. ENVIRONMENT: tutte le iniziative che riguardano la sostenibilità ambientale e l’impatto dell’azienda sul territorio;
  2. SOCIAL: le politiche d’impresa con un impatto sociale positivo, sia al suo interno che all’esterno;
  3. GOVERNANCE: la responsabilità dell’azienda in termini di organizzazione e gestione interna.

Entrando nel merito delle politiche sociali, i principali fattori da tenere in considerazione sono: 

  • il rapporto con la comunità di riferimento,
  • la protezione dei dati e della privacy,
  • i principi di diversità, equità e inclusione, nonché la salute e la sicurezza dei dipendenti,
  • i diritti umani.
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La salute nell’Agenda 2030

Un altro parametro di riferimento nella stesura del Bilancio sociale aziendale è rappresentato dall’Agenda 2030. Come si legge sul sito delle Nazioni Unite, “è un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU” nel quale sono indicati 17 Obiettivi (SDG, Sustainable Development Goals) e 169 target. Lotta al cambiamento climatico, raggiungimento dell’uguaglianza di genere, promozione di una crescita economica inclusiva e sostenibile sono solo alcuni dei traguardi che i Paesi firmatari si prefiggono di raggiungere.

Tra i primi obiettivi elencati troviamo l’assicurare “la salute e il benessere per tutti e per tutte le età”, attraverso il conseguimento di “una copertura sanitaria universale”, “l’accesso ai servizi essenziali di assistenza sanitaria di qualità e l’accesso sicuro, efficace, di qualità e a prezzi accessibili a medicinali di base e vaccini per tutti”.

Salute e benessere: l’importanza del welfare aziendale

Il Bilancio Sociale, l’ESG scoring e gli SDG dell’Agenda 2030 sono tutti indicatori non strettamente economici che permettono di implementare, in maniera trasparente e quantitativamente misurabile, la strategia di sostenibilità di un’azienda.

Le persone assumono quindi una sempre maggiore centralità nelle politiche aziendali, spingendo le imprese a cercare iniziative che mirino a tutelare e aumentare il benessere, la salute e la sicurezza dei propri dipendenti. Sempre più aziende decidono quindi di intraprendere la strada del welfare aziendale  e di ampliare la loro offerta a supporto dei dipendenti su temi importanti quali la salute, la cura dei propri figli, la prevenzione.

I benefici sono molteplici e per tutti gli attori coinvolti. Dal punto di vista del dipendente, questi beni e servizi rispondono a bisogni specifici e permettono, ad esempio, di avere maggiore cura della propria salute (e spesso anche dei propri famigliari) e poter accedere a prestazioni in modalità e tempi diversi rispetto a quelli offerti dal sistema sanitario. 

Dal punto di vista delle aziende, ciò può tradursi in una maggiore produttività e aumentare l’employee retention: in un contesto lavorativo più soddisfacente i dipendenti lavorano meglio e sono più “affezionati” al proprio posto di lavoro. Il ritorno in termini di immagine e solidità dell’azienda non attrae solo nuove risorse e nuovi talenti, ma anche nuove opportunità di business.