Seleziona una pagina

Quanto sono attenti gli italiani alla prevenzione?

da | Set 13, 2022

Qual è il rapporto degli italiani con la prevenzione? Stando ai dati dell’Osservatorio Sanità di Unisalute condotto a inizio 2022, più della metà degli italiani (54%) non ha mai svolto controlli basilari come, per esempio, la visita dermatologica per la valutazione dei nei. Eppure, soprattutto dopo la pandemia causata dal Covid-19, molte persone si dicono più consapevoli dell’importanza della salute.

Prevenzione primaria e secondaria: la situazione in Italia

Dall’Osservatorio Sanità di Unisalute emerge come il 49% degli italiani negli ultimi 2 anni ha rimandato o addirittura annullato almeno una visita specialistica. Gli esami disertati sono soprattutto le analisi del sangue (24%), le visite dermatologiche (17%) e gli esami cardiologici (14%).
Se parliamo di prevenzione, i nostri connazionali sembrano mostrare una certa noncuranza, con la pandemia che ha sicuramente influito in maniera negativa sulla regolarità dei controlli. 

Una distinzione è tuttavia necessaria tra prevenzione primaria e secondariaGli italiani sembrano infatti avere sviluppato una maggiore sensibilità nei confronti di quei comportamenti che possono prevenire l’insorgenza di malattie, ossia appunto verso la prevenzione primaria.

Prestare più attenzione al benessere generale, fra l’altro seguendo una corretta alimentazione, ma non solo, pare infatti diventare una delle preoccupazioni maggiori. A mostrarlo è per esempio il Rapporto Coop 2022 sui consumi e gli stili di vita degli italiani che indica come salute e benessere influenzeranno i comportamenti del 36% degli intervistati nei prossimi 12-18 mesi. Lo star bene diventa dunque un obiettivo condiviso che “guadagna posizioni” nella classifica delle nuove priorità della vita.
Per quanto riguarda invece screening, diagnosi precoce e così via, ovvero se ci riferiamo agli strumenti della prevenzione secondaria, le cose non sono così semplici. 

Controlli regolari solo per 1 italiano su 3 

Solo un italiano su tre (33%), sempre secondo l’Osservatorio Unisalute 2022, monitora il proprio stato di salute con controlli regolari, mentre uno su due (48%) decide di curarsi soltanto dopo che ha avvertito qualche disturbo. 
Quando il problema è trascurabile, il 46% ammette di rimandare le visite e il 13% cerca, in ogni caso, di farne il meno possibile. 

“La prevenzione è fondamentale e i dati presentati da Unisalute fanno riflettere” commenta Tommaso de Mojana, COO di Lami. “Se pensiamo a quanto si è cercato di fare negli ultimi anni –  continua – evidentemente tutte queste azioni non sono state e non sono sufficienti. La sensazione è che siamo talmente preoccupati dell’oggi da non avere le forze, le energie necessarie per avere una visione di lungo termine sulla nostra salute. È un circolo vizioso da cui dobbiamo necessariamente uscire. È assurdo che in mezza giornata si possa ricevere a casa qualsiasi bene ordinando sul proprio smartphone, mentre per prenotare uno screening si debba nella maggior parte dei casi telefonare, sottoporsi a lunghe code di attesa per poi sentirsi dire che la prima disponibilità è dopo mesi”.

generazione z lavoro

La pandemia sembra in effetti avere peggiorato la situazione. Dando un altro sguardo all’Osservatorio Sanità Unisalute, i dati indicano non solo che gli esami di routine sono ridotti, ma anche come negli ultimi anni il 49% degli esami di prevenzione sono stati rimandati. Tra le cause, è l’emergenza sanitaria ad avere spinto il 38% degli italiani a fare meno controlli.
Le motivazioni sono diverse: la prima è quella di evitare le strutture sanitarie, un motivo valido per non sottoporsi a esami e visite per il 21% che teme per la sua sicurezza, mentre per il 17% il problema sono stati i tempi di attesa prolungati

Il ruolo delle aziende per la prevenzione 

Anche le aziende possono giocare un ruolo importante nella partita a favore della prevenzione. L’Osservatorio Sanità Unisalute indica a questo proposito come su un campione di 1.200 persone, tra gli italiani già assicurati il 30% è coperto da polizze sanitarie incluse nel contratto di lavoro e che tra i vantaggi più apprezzati di una polizza i tempi più brevi di prenotazione sono al primo posto.

E la promozione della salute nei luoghi di lavoro, insieme a una più generalizzata attenzione al benessere dei dipendenti, vede nascere sempre più iniziative al di là di quelli che sono gli obblighi normativi. Sensibilizzare i dipendenti sull’importanza della prevenzione è sempre più parte delle strategie aziendali che puntano a migliorare la vita dei dipendenti nell’ottica di una maggiore soddisfazione dei lavoratori

Gli ultimi anni hanno avuto un forte impatto anche sul rapporto tra dipendente e datore di lavoro, pensiamo per esempio alla questione dello smart working, o agli effetti dell’ingresso nel mercato del lavoro della cosiddetta Generazione Z” sottolinea Tommaso de Mojana. 
“Per quanto riguarda la salute, credo sia necessario per le aziende investire nella prevenzione primaria, ovvero in tutti quei comportamenti o quelle azioni che aiutino a evitare l’insorgere o l’evoluzione di malattie. Prendersi cura della propria salute può e deve tornare a essere semplice e accessibile, e ogni datore di lavoro deve farsi promotore di questo messaggio con i suoi dipendenti. In Lami stiamo investendo tanto in questo, utilizzando la tecnologia per rispondere ai bisogni primari di ciascuno di noi” conclude de Mojana.