La telemedicina: i vantaggi della sua adozione
Come abbiamo avuto modo di analizzare nell’ultimo articolo pubblicato, l’utilizzo di applicativi di pre-triage e pre-screening automatizzato può facilitare la presa in carico del paziente sotto diversi aspetti, sia dal punto di vista dell’assistito che da quello dell’operatore sanitario.
La telemedicina è un altro strumento che può migliorare il patient journey: se utilizzata in maniera appropriata, può avere un impatto decisivo nel percorso di cura. La sua adozione è stata accelerata dalle necessità imposte dalla diffusione del virus Covid-19. Con la chiusura fisica di studi e ambulatori, i medici hanno adoperato tecnologie che permettessero un’assistenza a distanza dei propri pazienti.
Se gli ultimi anni hanno quindi mostrato i vantaggi del suo utilizzo, tanto che molti medici continuano ad utilizzare questa modalità di interazione con i pazienti al posto della visita in presenza, le sue potenzialità nell’ecosistema sanità sono ancora in gran parte da sfruttare.
Cos’è esattamente la telemedicina e quali sono i suoi benefici
Il termine telemedicina viene spesso usato in maniera non del tutto corretta, affiancandolo a qualsiasi strumento tecnologico di monitoraggio e assistenza sanitaria. In un documento pubblicato lo scorso novembre, Piattaforma di Telemedicina ed Ecosistema FSE, il Ministero della Salute definisce come servizi minimi di telemedicina:
- la televisita,
- il teleconsulto,
- il telemonitoraggio,
- la teleassistenza.
Non vengono pertanto citate piattaforme di messaggistica o altri strumenti utilizzati dai pazienti, come ad esempio i portali di informazione.
I servizi individuati possono essere adottati sia in ambito di assistenza primaria che in quello specialistico. In entrambi i casi possiamo individuare diversi benefici:
- la riduzione dei costi rispetto a visite e consulti in presenza,
- la possibilità di accedere alle cure anche per le persone che vivono in aree rurali o non coperte dai servizi sanitari,
- la possibilità di offrire assistenza, indicazioni terapeutiche e prescrizioni farmaceutiche in orari diversi rispetto ai classici orari di ufficio,
- la possibilità di offrire indicazioni/pareri medici o second opinion per i pazienti che lo richiedono,
- il supporto per le persone con malattie e patologie croniche.
Dalla teoria alla pratica: la ricerca de Il Corriere della Sera
Se a livello teorico la telemedicina sembra presentare molti più vantaggi che svantaggi, nella pratica l’adozione di tali strumenti può essere ostacolata da diversi fattori.
Il Corriere della Sera recentemente ha presentato una survey realizzata in collaborazione con l’Università Statale di Milano. Al sondaggio hanno partecipato 2500 persone e 230 operatori sanitari.
Il primo dato evidenziato è come sia diffusa la consapevolezza di cosa sia la telemedicina: il 90% dei partecipanti ha indicato infatti almeno una delle due situazioni corrette (televisita e telemonitoraggio) e il 46% entrambe. Per quanto riguarda l’utilizzo, il 13% ha dichiarato di avere utilizzato la telemedicina almeno in una delle sue forme.
Un altro dato interessante riguarda la ragione per cui non è stata utilizzata: il 99% di chi ha effettuato visite non ha adoperato la telemedicina perché non gli è stata proposta. Il 74% di chi ha effettuato visite, a cui non è stata proposta una forma di telemedicina, avrebbe accettato di utilizzarla se fosse stata proposta, mentre il 26% non avrebbe accettato poiché considera tali strumenti meno efficaci rispetto alla visita in presenza.
La maggior parte degli intervistati (il 78%) dichiara inoltre che la telemedicina ha più vantaggi che svantaggi. I benefici riguardano la logistica, il risparmio economico, la relazione con il medico e la condivisione delle informazioni: tra questi quello che viene più indicato è la possibilità di utilizzare strutture lontane. Tra gli svantaggi emerge invece il timore di non avere abbastanza conoscenze tecnologiche o che tali strumenti possano mettere in difficoltà le persone più anziane.
Tra gli intervistati circa 270 persone hanno poi dichiarato di lavorare nel settore sanitario, in ruoli e professioni in cui potrebbero fare uso della telemedicina, e una buona parte di esse ne ha già fatto uso (circa il 50%). Chi non l’ha utilizzata individua la causa principale nella mancanza di supporto da parte della struttura in cui lavora.
Per quanto riguarda i vantaggi e gli svantaggi, non ci sono sostanziali differenze tra l’opinione dei pazienti e quella degli operatori sanitari. Anche per questi ultimi, tra quelli che hanno già utilizzato la telemedicina, spiccano i vantaggi logistici e di tempo.
Quale futuro si prospetta per la telemedicina?
Se i dati dalla ricerca de Il Corriere della Sera rafforzano l’idea che la telemedicina rappresenti una modalità di cura con molte potenzialità, ciò che emerge chiaramente è che le difficoltà maggiori nella sua adozione sono da rintracciare nella mancanza di strumentazioni adeguate e di una preparazione adeguata, sia da parte degli operatori sanitari che dei pazienti.
La progettazione e lo sviluppo di soluzioni tecnologiche in grado di supportare la diffusione della telemedicina è e sarà quindi essenziale. Il symptom checker Lami è, ad esempio, in grado di identificare i casi telemedicine-eligible, cioè trattabili attraverso una televisita, e ne facilita l’adozione consentendo la prenotazione istantanea con un medico di medicina generale della nostra rete.