Prevenzione primaria: il ruolo delle aziende nella promozione del benessere
Quando si parla di prevenzione, si pensa soprattutto alla necessità di effettuare visite ed esami di controllo periodici. Se tutte queste azioni rientrano in ciò che viene definito come prevenzione secondaria, il cui obiettivo è appunto la diagnosi precoce o il monitoraggio di determinate patologie, esiste un altro approccio preventivo, che mira a ridurre i fattori di rischio attraverso l’adozione di uno stile di vita sano. Tutte le attività e gli interventi che promuovono la salute generale rientrano nella cosiddetta prevenzione primaria.
Cambiare le proprie abitudini non è semplice, richiede impegno e volontà, e molto spesso è ostacolato dai tanti impegni che riempiono le nostre giornate, soprattutto quelli lavorativi. Un’azienda attenta a queste tematiche può aiutare i suoi dipendenti, grazie ad iniziative di welfare mirate, ad occuparsi del proprio benessere.
Quanto gli italiani si prendono cura di loro stessi: la ricerca di UniSalute
Una recente ricerca dell’Osservatorio Sanità di UniSalute, in collaborazione con Nomisma, ha indagato come gli italiani si prendono cura di loro stessi attraverso l’alimentazione e l’attività fisica.
Il dato più forte che emerge è la percezione che gli intervistati hanno di loro se stessi: quasi 4 persone su 10 non si considerano in buona salute, e solo il 22% del campione pensa di essere in condizione molto buona o eccellente. Lo sport è ritenuto un elemento essenziale per il proprio benessere solo dal 31% degli Italiani, mentre l’alimentazione è indicata come fondamentale dal 52%.
Anche scendendo nel concreto, l’attenzione verso il cibo è molto più alta rispetto a quella dedicata all’attività fisica. Tra i dati positivi emersi spicca il consumo di frutta e verdura: l’84% degli intervistati dichiara infatti di mangiare questi alimenti almeno una volta al giorno, mentre il 33% arriva fino a tre/quattro porzioni al giorno o più.
Per quanto riguarda lo sport, la situazione è invece molto diversa. Due italiani su tre dichiarano di non fare abbastanza movimento durante la giornata. Se il 21% del campione intervistato non svolge alcun tipo di attività, solo il 25% dichiara di praticare uno sport.
La volontà di prendersi cura di se stessi e del proprio benessere emerge anche nel Rapporto Coop 2022 Winter Edition: negli obiettivi per il 2023, tra le prime voci compaiono infatti l’intento di fare più visite di prevenzione e controllo da una parte, e di cucinare, con una riduzione del consumo di fast food, dall’altra.
Il welfare aziendale: un alleato nello star bene
Come affrontato in un precedente articolo, le persone si aspettano sempre di più che i datori di lavoro mettano al centro delle politiche aziendale il loro benessere e la loro salute. L’impegno e l’attenzione delle imprese nei confronti dei bisogni e delle esigenze dei propri dipendenti rappresenta quindi una spinta alla cura e alla prevenzione.
Secondo una recente ricerca di Fitprime, tra i benefici maggiormente utilizzati nelle aziende compaiono infatti l’estensione dell’assicurazione sanitaria aziendale, sia al dipendente che ai propri familiari di primo grado, ma anche la palestra.
Più il corporate welfare include anche la salute fisica e mentale dei dipendenti, più aumenta il benessere complessivo e, di conseguenza, la produttività. Oltre all’assicurazione sanitaria e allo sport, le aziende cercano e attivano servizi e iniziative sempre più innovativi, utilizzando metodologie nuove come la gamification.
Attraverso l’uso di elementi di gioco, come sfide e ricompense, le aziende motivano i dipendenti a partecipare attivamente a programmi e servizi di welfare. Un esempio è lo sviluppo di app che, attraverso un sistema di punteggio, incoraggiano le persone a mantenere uno stile di vita sano o a praticare attività fisica.
Negli ultimi anni sono, inoltre, sempre di più le aziende che decidono di organizzare per i propri dipendenti sedute di mindfulness e yoga, anche nei loro ambienti di lavoro. Entrambe le pratiche permettono, infatti, di migliorare la propria capacità di gestire lo stress e di aumentare la capacità di concentrazione.
Non di minor rilevanza è l’adozione di pratiche alimentari salutari, come la distribuzione di frutta fresca o snack sani come per gli spuntini durante la giornata lavorativa o la promozione di programmi di educazione alimentare.
Un’altra iniziativa che sta prendendo sempre più piede nelle strategie di wellbeing aziendale sono le consulenze mediche, incontri (anche in modalità video) in cui poter affrontare con professionisti sanitari i più comuni temi di medicina preventiva, come i disturbi dell’apparato digestivo o l’igiene del sonno.
Alimentazione sana, regolare attività fisica e gestione dello stress sono obiettivi non solo personali, ma condivisi con la propria comunità di riferimento come, appunto, può essere l’azienda in cui si lavora.