Raffreddore nel neonato: come riconoscerlo e come curarlo
Una respirazione più rumorosa, qualche difficoltà ad attaccarsi al seno o ad alimentarsi e qualche lamento in più: sono i segni che il genitore può spesso notare in caso di raffreddore nel neonato. Si tratta di manifestazioni che, normalmente, non destano particolare preoccupazione, ma, quando si tratta di bambini appena nati, è normale, per mamma e papà, interrogarsi alla ricerca delle più pronte soluzioni.
Come curare il raffreddore nel neonato? Spesso bastano alcuni semplici rimedi per aiutare il neonato con il raffreddore; il pediatra può dare ai genitori preziosi consigli per alleviare i fastidi causati al piccolo da un’infezione delle vie respiratorie.
Come capire se il neonato ha il raffreddore
Il raffreddore comune è una malattia virale delle prime vie respiratorie, provocata, quindi, da un virus. I virus respiratori che lo causano sono molti, tra i più frequenti i Rhinovirus, i Coronavirus e i virus dell’influenza. Ecco perché si può avere il raffreddore in diversi momenti dell’anno, anche se, di solito, tali affezioni sono più frequenti in inverno, quando il freddo rende meno efficienti i meccanismi di difesa.
Si può sospettare un raffreddore nel neonato in presenza di naso che cola, muco, più raramente febbre e tosse.
Prima di pensare al raffreddore nei neonati di 1 mese si deve ricordare, tuttavia, che capita spesso ai più piccoli di emettere suoni durante la respirazione, notturna e talvolta diurna, senza che il naso chiuso sia dovuto alla presenza di muco: si tratta di un evento del tutto normale, soprattutto nei primi 30 giorni di vita.
È anche possibile anche scambiare per raffreddore una rinite allergica, che non ha alcun legame con un’infezione virale. Le allergie respiratorie si manifestano infatti con naso che cola e irritazione oculare, oltre a fastidio o prurito al palato.
Quando chiamare il pediatra
In ogni caso è sempre consigliato un confronto con il pediatra, soprattutto quando parliamo di neonati.
La diagnosi del raffreddore è il più delle volte clinica, ossia si basa soltanto sui sintomi; solo raramente è necessario ricorrere a esami microbiologici di laboratorio, anche se, in alcuni casi, il pediatra può decidere di prescrivere ulteriori accertamenti.
Questi, per esempio, può consigliare l’esecuzione di un tampone nasofaringeo per individuare il tipo di virus, soprattutto in caso di febbre, tosse o malessere persistente.
Anche se, nella maggior parte dei casi, il raffreddore dura una settimana circa e non è necessario prescrivere farmaci, è sempre utile sapere che cosa fare per alleviare i sintomi del raffreddore.
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Che cosa fare in caso di raffreddore: qualche consiglio pratico
Il raffreddore non è una malattia grave, ma alcuni accorgimenti aiutano il neonato a stare meglio, soprattutto se non respira bene o fatica a dormire la notte.
Ecco qualche suggerimento per un genitore preoccupato:
Non è necessario, per esempio, tenere il bambino in casa se non ha la febbre; è possibile, con le giuste precauzioni, portarlo all’aperto per una passeggiata. Più importante è invece assicurarsi che non si trovi a contatto stretto, specialmente in ambienti chiusi, con altri bambini.
Anche la temperatura della casa dovrebbe essere controllata e mantenuta intorno ai 20 gradi, così come il tasso di umidità, perché l’ambiente non risulti troppo secco.
Tra i rimedi più efficaci per curare, ma anche per prevenire il raffreddore dei neonati, ci sono i lavaggi nasali con soluzione fisiologica. Esistono a questo scopo fiale monodose, oppure è possibile eseguirli con una siringa priva di ago.
Si tratta di accorgimenti piuttosto semplici, ma non scontati – senza contare il fatto che ogni bambino è diverso e i dubbi che possono insorgere sono molti.
In questi casi, una soluzione ottimale può essere un videoconsulto con il pediatra online: oltre a essere utile per la diagnosi, è un importante momento di confronto e di supporto per genitori preoccupati o incerti.
I pediatri di Lami, per esempio, sono disponibili per video-visite ogni giorno, che si possono prenotare facilmente e ottenere in breve tempo. Durante il videoconsulto, per cui sono necessari soltanto un dispositivo come smartphone, tablet o computer e una connessione a internet, il pediatra può comprendere i bisogni del neonato e indicare il percorso migliore da seguire.